giovedì 23 gennaio 2014

Caccia alle streghe

"Le donne sono strumenti naturali di Satana"

Tutto comincia quando il Papa Innocenzo VIII emana la Bolla SUMMIS DESIDERANTES AFFECTIBUS 
con la quale viene ammessa la stregoneria. Da qui l'incarito ai due monaci domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger di svolgere indagini sull'esistenza di pratiche magiche e di stregoneria. 
Risultato dello studio è il Malleus Maleficarum un vero e proprio vademecum che spiega dettagliatamente come riconoscere una strega e quali rimedi adottare. Il libro ebbe una vasta risonanza e rapidamente si diffuse un pò dappertutto.

malleus maleficarum

Inizia ufficialmente la "Caccia alle streghe".



Si tenga presente che negli anni e secoli precedenti la Chiesa aveva bollato le credenze di stregoneria come stupide superstizioni per cui non c'è nessuna traccia di caccia alle streghe o di misoginia in tutto il Medioevo.
Il fenomeno della "Caccia alle streghe" si spiega allora con una serie di circostanze che possono essere così riassunte:

Leggi come venivano torturate le streghe

  • Si diffondono in Europa sempre di più credenze di derivazione orientale circa la presenza e l'efficacia di alcune pratiche magiche. Tali superstizioni vengono recepite dai Prelati e dalle Autorità Si insinua il dubbio che molti eventi siano scaturiti sa pratiche diaboliche.Tali ipotesi venivano rafforzate dalle gravi carestie, ma soprattutto dalle terribili epidemie (peste nera) che sconvolsero e decimarono le popolazioni europee.
  • E' innegabile, poi che un clima di paura favoriva il controllo delle masse e venivano scongiurate possibili ribellioni.
  • Riforma e Controriforma contribuirono non poco alla diffusione di tale clima persecutorio. Un dato, però singolare è che il fenomeno si diffuse nei luoghi dove la Chiesa Cattolica era meno presente, cioè in Svizzera e Germania, mentre in Nazione come Spagna e Italia, la caccia alle streghe fu del tutto assente.
Di stregoneria furono accusati e condannati anche diversi uomini, ma furono le donne a subire per il 90% le questo folle clima persecutorio. 



A questo proposito esaustivo è un brano tratto dal Malleus Maleficarum:

" La donna è nemica dell'amicizia, una punizione imprescindibile, un male necessario, un pericolo domestico, di natura malvagia benchè ammantata di beltà. Le donne sono strumenti naturali di Satana, un  difetto strutturale nella creazione originale"


sabato 18 gennaio 2014

I limiti della genialità



La differenza tra la stupidità e il genio è che la genialità ha i suoi limiti.



Albert Einstein


Così venivano torturate le streghe

Strumenti di tortura per streghe


Il più famoso è sicuramente la pera d'angoscia.

Un sofisticato strumento a forma di pera formato da quattro petali ognuno con un puntale acuminato.  La Pera d'angoscia veniva inserita in bocca allo sventurato; girando una vite, posta alla sommità dello strumento, i petali si allargavano dando come si può immaginare delle atroci sofferenze. Di questo strumento esistevano piccole varianti per inserzioni vaginali e anali.

Molti studiosi sono scettici sull'esistenza di questo strumento di tortura perchè i reperti di cui siamo in possesso sono di epoca più recente e nessuno di essi è, invece di epoca medievale.

Anche nelel cronache non si fa riferimento mai alla pera d'angoscia.

Resta il fatto che sia stato utilizzato o meno nel Medioevo, si tratta di un'aberrazione notevole notevole da parte di chi lo ha ideato.


Un altro terribile strumento di tortura


Ma il più spaventoso strumento ideato dall'uomo per torturare i suoi simili è quello che vedete nell'immagine seguente:

streghe tortura

Il meccanismo nella sua crudeltà è estremamente semplice. La vittima veniva legata mani e piedi ; girando le leve dello strumento gli arti venivano tirati fino a che le ossa cominciano a spezzarsi: prima quelle delle braccia, poi le gambe poi le vertebre e se il boia continuava la sua opera si giungeva fino alle estreme conseguenze : gambe e braccia strappate.

A volte prima di essere sottoposto a tale tipo di tortura, il condannato veniva fatto assistere alla medesima tortura inflitta ad altri sventurati. Il colmo della crudeltà!

Non c'è da meravigliarsi se chiunque solo a guardare un simile arnese fosse disponibile a confessare i più atroci misfatti pur di non provare di persona gli effetti di un simile strumento, anche se il più delle volte veniva torturato lo stesso.

E in effetti la tortura più che a far confessare delitti commessi, nel corso della Storia è stat utilizzata per far ammettere colpe non compiute.

Con tale metodo l'Inquisizione mandò al rogo centinaia di persone e i Templari confessarono crimini non commessi che di fatto decretarono la fine dell'Ordine.


Iscriviti al canale Youtube dedicato alla Storia







Le streghe di Berwick e la strage compiuta da Giacomo I

Le streghe di Berwick: un oscuro capitolo del regno di Giacomo I


Introduzione

Siamo nel XVI secolo, in pieno Rinascimento. L'Europa è scossa da un grande fermento in tutti i campi. C'è una nuovo visione del mondo, ma le paure che avevano caratterizzato il Medioevo sono ancora presenti. Paura, superstizione fanno parte del bagaglio culturale anche delle menti più illuminate e l'influenza nefasta del bigottismo religioso influenza anche questo periodo considerato di rinascita.
In questo contesto si inserisce la caccia alle streghe che raggiunse il suo apice in uno degli episodi più raccapriccianti ed emblematici: quello delle streghe di Berwick che coinvolse il re Giacomo I Stuart

giovedì 16 gennaio 2014

Templari


La promessa della resurrezione

Nostro Signore ha scritto la promessa della risurrezione, non nei libri , ma in ogni foglia in primavera.
Martin Lutero

Ho imparato come morire

Le frasi di Leonardo da Vinci

Mentre pensavo che stavo imparando a vivere, ho imparato come morire.

Leonardo Da Vinci


La natura può fare di più dei medici

Oliver Cromwell

Il mio consiglio è sposarsi

Se trovi una buona moglie sarai felice, in caso contrario diventerai un filosofo.
Socrate

napoleone1769.blogspot.it

La massima è solo un pretesto per illustrare il pensiero di Napoleone sulle donne e più in generale sulla famiglia.

Napoleone Bonaparte nasce ad Ajaccio in Corsica nel 1769.

La sua educazione è tale da ritenere la famiglia sacra e inviolabile.

Bonaparte nel momento del bisogno, quando la famiglia è costretta a fuggire dalla Corsica osteggiata e minacciata dai seguaci di Paoli si prende cura della madre vedova e dei fratelli.

Sono tempi duri per i Bonaparte a Marsiglia, ma Napoleone si fa carico di tutto.

Il suo matrimonio è per certi versi in contro tendenza.

Napoleone non sposa come ha fatto il fratello una giovane donna di buona famiglia con una ricca dote, anche se ne fu tentato considerando il suo fidanzamento con Desirée Clary la sorella di sua cognata.

Il giovane Bonaparte si invaghisce della matura e squattrinata Giuseppina Beauharnais. Una vera e propria debolezza di Napoleone che conosce attraverso Giuseppina la passione di una donna esperta.

Giuseppina sarà una buona moglie per Napoleone, malgrado i tradimenti dei primi tempi del loro matrimonio anche per le sue conoscenze altolocate che aprirono la strada alla carriera di Bonaparte.

Napoleone e le donne

Napoleone era troppo occupato per occuparsi di questioni sentimentali. Spesso soleva dire : " Il mio cuore è nella mia testa", ma le donne e la famiglia furono importanti nella sua vita.

Conoscere Eleonora Denuelle una sua amante gli fece comprendere che non era sterile, anche se la conferma la ebbe con il figlio avuto dalla sua mante polacca Maria Walewska. Napoleone non poteva avere certezza della paternità con la Denuelle che evidentemente non frequentava solo l'Imperatore ( i più maligni affermavano che il figlio fosse di Murat).

La stessa Maria Walewska rappresentò una parentesi felice. Il secondo matrimonio con Maria Luisa d'Austria gli diede l'illusione di poter vivere una vita familiare tradizionale con la presenza del figlio e di quelli che in futuro poteva avere.

Tra le donne di Napoleone non possiamo dimenticare la madre, Letizia Ramolino. Donna forte, energica, capace di portare avanti la famiglia bemnchè giovane vedova con otto figli.
Letizia mai doma fiera e dignitosa, visse con parsimonia l'ascesa e la gloria del figlio e sopportò con cristiana rassegnazione gli eventi successivi che portarono alla sconfitta all'esilio e alla morte di Napoleone.

Napoleone credeva nel valore della famiglia e nella buona sorte  di avere una buona moglie. Una bella donna è un piacere per gli occhi una buona moglie per il cuore un'altra delle sue massime.





Il sudario di Oviedo e la Sindone

Il sudario di Oviedo secondo la tradizione sarebbe il telo di lino posto sulla testa di Cristo dopo la morte prima di essere avvolto nel lenzuolo (Sindone).

Famosissima la Sindone, molto meno conosciuto, al di fuori dai confini spagnoli il telo di Oviedo. Eppure le ricerche scientifiche fatte sul piccolo telo meno di un metro di larghezza e lunghezza danno risultati più confortanti rispetto a quelli della Sindone.
I pollini rilevati sul telo sono di piante presenti a Gerusalemme, la tipologia delle macchie di sangue suggeriscono una morte per asfissia (edema polmonare) compatibile con la morte per crocifissione, il tipo di macchie sarebbe simile a quelle riscontrate sul lenzuolo custodito a Torino.


Un solo dato scientifico, l'analisi del Carbonio 14, smentirebbe l'autenticità del telo datando la sua origine intorno al 700 d.C, ma molti studiosi hanno contestato tale risultato , affermando che le varie contaminazioni del telo renderebbe impossibile la datazione.

Le tesi dei cosiddetti autenticisti sono per il telo di Oviedo sicuramente più numerosi di quelle degli scienziati che ne negano l'autenticità.


Alessandro Magno: svelato il mistero della sua morte?

Una nuova ipotesi sulla morte precoce di Alessandro Magno.


Aveva solo 32 anni quando Alessandro Magno morì in circostanze misteriose. Dodici giorni di febbre alta, spossatezza intensa che lo portò all'impossibilità persino di camminare , fino alla morte giunta dopo dodici giorni di agonia.
Molti studiosi, nel passato avevano avanzato l'ipotesi dell'avvelenamento, ma in pochi si spiegavano come fosse stata possibile un'agonia così lunga.

Alessandro Magno

E' di questi giorni la pubblicazione di uno studio compiuto da un tossicologo neozelandese: Leo Schep.

La conclusione cui è giunto lo scienziato formula  l'ipotesi che a uccidere il re macedone possa essere stata una pianta la Veratrum album, conosciuta dai Greci e utilizzata allo scopo di provocare il vomito in caso di indigestioni.

L'estratto della Veratrum sarebbe stato dato ad Alessandro sciolto nel vino, ciò avvalorerebbe le notizie storiche secondo cui il monarca cominciò a star male subito dopo aver bevuto una coppa di vino.

I sintomi che provoca la pianta incriminata si sovrapporrebbero esattamente alla descrizione fatta dagli storici degli ultimi giorni di Alessandro.

Ipotesi ardita? Probabilmente sì. Eventuali nemici di Alessandro avrebbero utilizzato metodi più sbrigativi e veleni dall'effetto più immediato.

D'altra parte non è la prima volta che viene attribuita al veleno la scomparsa di personafggi importanti, basti pensare alle ipotesi di avvelenamento da arsenico per Napoleone Bonaparte e quella di Polonio per Arafat.